Testata: Il Messaggero
Data: 13-11-2001

Autore: Ortensia Visconti

Primo Piano - Afghanistan
"Talebani in rotta, disertano e sono in fuga dalla capitale."

Parla il capo dei servizi segreti del Fronte Unito.

Jabal Saraj (Nord di Kabul) - Sulla scia delle ripetute vittorie che hanno assicurato il 50 per cento del territorio afgano in soli tre giorni, ieri l'Alleanza del Nord ha lanciato il primo attacco alle postazioni talebane sul fronte di Kabul. "Stiamo stabilizzando la situazione a nord", dice Mohammed Aref, capo dei servizi segreti e della sicurezza per il Fronte-Unito anti-talebano. "Vorremmo avanzare verso Kabul nelle prossime 24 ore."
Già un anno fa Massud, in accordo con i leaders del Fronte Unito, aveva avviato la strategia oggi seguita dalle truppe dell'Alleanza del Nord. Il piano prevedeva di fermarsi alle porte della città. Secondo i servizi segreti, la pressione di un fronte nemico a nord della capitale, unita all'ostilità dei cittadini di Kabul, creerebbero un clima di insicurezza intorno ai talebani che li spingerebbe a ritirarsi verso sud. "Siamo a conoscenza di un progetto dei talebani per una nuova linea di fronte a quindici chilometri a sud di Kabul. -dice Aref- Questo non esclude che i terroristi combatteranno prima di arrendersi, ma la gente fa di tutto per cacciarli. E loro lo hanno previsto. Molti stanno già lasciando la capitale."
Chi vi ha fornito queste informazioni?
"La maggior parte dei nostri informatori sono comandanti talebani oppure disertori.  I comandanti ci informano attraverso i telefoni satellitari o parlano con le nostre delegazioni."
E' per questo che le province del nord sono cadute così in fretta?
O per i bombardamenti americani?

"Per quanto riguarda la presa di Mazar-i-Sharif, l'aiuto dei bombardamenti è stato essenziale. Le altre province le abbiamo prese senza l'aiuto dell'aviazione americana. Dopo gli attacchi, molti comandanti talebani ci hanno contattato per passare dalla nostra parte. Lo fanno per soldi, per paura o perché vogliono la pace nel paese."
Attualmente c'è una delegazione di americani a Jabal Saraj, quanti sono?
"Non ne posso parlare."
Vogliono tenere segreta la loro presenza?
"Non le posso rispondere."
Crede che per Kabul avrete lo stesso aiuto aereo che avete avuto per Mazar-i-Sharif?
"Lo speriamo. Non abbiamo nessun accordo con gli americani, ma i bombardamenti sono stati intensificati sull'area di Kabul."
Perché non c'è un accordo? Sono preoccupati che entriate a Kabul?
"Noi non entreremo a Kabul. Prima di entrare vogliamo una strategia politica che sia accettata dai cittadini, dalla comunità internazionale, dai paesi vicini e dalle Nazioni Unite. Nel futuro, con l'appoggio internazionale, potremo pensare al sud del paese. Attualmente non abbiamo piani militari per attaccare le province del sud."
Dov'è Osama Bin Laden?
"Si muove molto tra le province di Kandahar, Oruzgan e Zabol. A volte con il Mullah Omar, in quelle di Lowgar e Nangarhar. Si sposta con una cinquantina di persone."
E' possibile trovarlo in un'area così vasta?
"Con gli aerei ci vorrà molto tempo. Se in futuro controlleremo il sud del paese ci sarà più facile fornire informazioni su di lui."
E' vero che possiede armi nucleari?
"Da tempo sappiamo che AL Quaeda ha comprato armi chimiche e nucleari. Ci lavorano in Afghanistan. Non sono sicuro che riescano a costruire un'arma nucleare, ma per quelle batteriologiche hanno tutto il materiale necessario. So che hanno fatto dei test a Jalalabad, dove hanno una base militare. Credo anche che siano responsabili del problema antrace negli Stati Uniti. Da due anni sapevamo che Al Quaeda stava lavorando su un grande attentato terroristico contro gli Stati Uniti. Massud aveva cercato di avvertirli, prima in via non ufficiale, poi apertamente. Purtroppo non lo hanno ascoltato."