Testata: La Repubblica
Data: 06-04-2003

Autore: Ortensia Visconti

I fedelissimi del dittatore avrebbero chiesto aiuto ai religiosi per evitare rappresaglie
Il Baas comincia a dissolversi i miliziani trattano la resa

il caso L'Onu denuncia: 'Gli inglesi incoraggiano la distruzione delle strutture del regime'

BASSORA - Di Saddam non è rimasta neanche una fotografia intera nel sud dell'Iraq. Erano ovunque. Le immagini del dittatore sfigurato si ripetono a ogni incrocio, davanti a ogni edificio. All'entrata dell'aeroporto ha un buco al posto della bocca, sulla strada per Bassora gli manca metà della faccia. Rimangono i baffi. A piccoli tentativi la gente comincia a vincere la paura del regime. Gli uomini del Baath sono ancora temuti, ma stanno perdendo il potere di terrorizzare la popolazione. "Adesso hanno paura di noi", racconta un dottore, che però rifiuta di dare il suo nome. "Dall'inizio della guerra ci ignoriamo. Sanno che dopo quello che ci hanno fatto siamo potenziali nemici: perdono forza, e il coraggio gli torna solo quando si nascondono in mezzo alla gente per evitare il fuoco degli inglesi". Lo conferma il giornale arabo Al-Aswat, citando il teologo sciita Mohammed al Bosslimi: i dirigenti del Baath gli hanno fatto pervenire un messaggio pregandolo di intercedere per la loro resa, nel timore di rappresaglie dalla popolazione civile. Nel frattempo le linee di fronte sono silenziose. A sud, i militari inglesi sono barricati nella scuola tecnica di Bassora. Non c'è neanche più un posto di blocco e la gente entra ed esce dalla città come se non fosse assediata. Anche i feddayn, secondo la gente del posto stanno cominciando a scappare: dal quartiere di Al Cubli, davanti alla postazione britannica a sud-ovest della città, due giorni fa sparavano colpi di mortaio per poi rifugiarsi dietro gruppi di civili terrorizzati. Ieri l'area era deserta. "Forse la tattica del poco a poco che stiamo usando sta dando i primi frutti", dice il maggiore Cotterel, delle guardie irlandesi. Mentre gli inglesi avanzano in modo lento e quasi impercettibile verso il centro di Bassora, alcune unità delle Forze speciali americane che avrebbero dovuto affiancarli nell'operazione, hanno lasciato il quartier generale, nell'aeroporto della città. I berretti verdi sarebbero frustrati dai metodi degli inglesi, che hanno il comando dell'area. "Volevano fare incursioni notturne e prendere Bassora molto più di petto di quanto non si stia facendo", racconta un giornalista che viaggiava con loro, tornato a Kuwait City. Intanto, nei sobborghi della città, i militari britannici continuano a catturare uomini del Baath che intimidiscono la popolazione. "Oggi ne abbiamo presi quattordici - dice il maggiore Nader Anabtawi, dei fucilieri inglesi - ci sono stati indicati dalla gente". I bambini ai bordi delle strade chiedono cibo e acqua portandosi una mano alla bocca. Le donne coperte di nero trasportano mobili trovati tra i rifiuti sparsi ovunque. Alcuni uomini scavano nella sabbia per rompere i condotti idrici e raccogliere l'acqua che c'è dentro. "Non vogliamo niente da voi, solo protezione", dice Hamed, un ingegnere petrolifero. "Siamo iracheni, non vogliamo l'elemosina. Siamo in prigione da 35 anni. Se ci fidassimo potremmo anche aiutarvi a combattere". Gli sciiti che popolano l'area non hanno dimenticato le punizioni inflittegli dal regime nel 91, dopo la prima guerra del Golfo. La presenza militare britannica gli sta ridando coraggio: ma forse in modo sbagliato. Ieri rappresentanti delle Nazioni Unite hanno denunciato che i militari inglesi hanno esortato i civili a razziare edifici dell'esercito iracheno e del Baath. Il cronista del Time che lo ha raccontato, spiega che per i britannici è un modo per liberare la popolazione dalla paura del regime. Per l'Onu potrebbe ingenerare una pericolosa anarchia.